Domande & Risposte

Qual è la differenza tra Hatha yoga e Ashtanga yoga?

Hatha yoga e Ashtanga yoga sono entrambi stili di yoga, ma differiscono per approccio, ritmo e struttura delle lezioni. Hatha yoga è un tipo di yoga più gentile e adatto a tutti i livelli, dai principianti agli avanzati. Si concentra sul bilanciamento tra postura (asana) e respiro (pranayama) in modo lento e consapevole, senza fretta. Ogni lezione può includere una combinazione di asana statiche e movimenti fluidi, con particolare attenzione alla consapevolezza del corpo e del respiro. Ashtanga yoga, d’altro canto, è un sistema di yoga più dinamico e strutturato. Prevede una sequenza fissa di posture eseguite in un ordine specifico, sempre accompagnate da un respiro coordinato (chiamato “vinyasa”). È una pratica molto fisica che si concentra sull’intensità e sulla continuità. L’Ashtanga yoga deriva dall’Hatha yoga ed è stato sviluppato dal maestro Sri K. Pattabhi Jois. Questo stile è caratterizzato da una sequenza fissa di posture, che deve essere ripetuta ogni volta nella stessa modalità, creando una pratica rigorosa e sistematica

Una pratica trauma-informed è adatta a tutti?

La pratica “trauma-informed” è adatto a chiunque, indipendentemente dal fatto che si sia vissuto un trauma di una certa importanza. Questo approccio crea un ambiente sicuro e rispettoso dove l’attenzione è rivolta al corpo e al respiro, incoraggiando un’esperienza senza forzature, anche se non ti senti completamente “presente” o connesso. Anche se non ti senti “traumatizzato”, praticare yoga in un ambiente “trauma-informed” può comunque essere molto utile per favorire una maggiore consapevolezza corporea, migliorare l’autoregolazione emotiva e il benessere psicofisico. È un’opportunità per esplorare il tuo corpo in modo delicato, rispettando le tue eventuali limitazioni senza sentirsi sopraffatti.

Posso partecipare alle lezioni se ho qualche problema fisico o se sono in gravidanza?

Sì, le lezioni di yoga e pilates possono essere adattate per chi ha problemi fisici o per chi è in gravidanza. Tuttavia, è importante informare l’insegnante riguardo qualsiasi condizione o limitazione, in modo che la pratica possa essere personalizzata per rispondere alle tue esigenze specifiche. Un approccio “trauma-informed” favorisce un’esperienza rispettosa delle tue limitazioni, consentendo di praticare in modo sicuro. Se sei in gravidanza, è sconsigliato praticare nei primi tre mesi. Dopo questo periodo, è sempre consigliato consultare il tuo medico prima di iniziare qualsiasi pratica fisica e assicurarti che l’insegnante sia informato su eventuali modifiche da fare durante la lezione.

Quali sono i benefici del pilates rispetto allo yoga?

Pilates e yoga sono entrambi ottimi per il benessere fisico e mentale, ma presentano alcune differenze nei benefici che offrono. Pilates si concentra principalmente sul rafforzamento del core (specificamente chiamata powerhouse) migliorando la postura, la stabilità e la flessibilità. È un’ottima pratica per chi desidera tonificare i muscoli, migliorare l’equilibrio e la coordinazione, e alleviare tensioni muscolari. Grazie agli esercizi mirati, Il pilates è particolarmente efficace per la riabilitazione muscolare e per prevenire infortuni. Lo yoga, d’altra parte, è più ampio e include pratiche fisiche (asana), respirazione (pranayama) e meditazione. È molto utile per migliorare la mobilità, la consapevolezza corporea e il benessere emotivo. Lo yoga aiuta a ridurre lo stress e promuove un senso di calma e centratura. In sintesi, mentre il Pilates si concentra più sul rafforzamento e sulla tonificazione muscolare, lo yoga offre un approccio più integrato che lavora sia sul corpo che sulla mente. Entrambe le pratiche si complementano molto bene, e molte persone scelgono di praticarle insieme per ottenere i benefici di entrambi gli approcci.

Posso fare yoga anche se non sono flessibile?

Assolutamente sì! La flessibilità è solo uno degli aspetti della mobilità corporea e non è un requisito per praticare yoga. In effetti, nel contesto dello yoga, si parla spesso di mobilità piuttosto che di flessibilità. La mobilità si riferisce alla capacità di muovere una articolazione attraverso il suo range of movement (ROM), ovvero l’intervallo di movimento che una articolazione può compiere in modo sicuro e fluido. Nello yoga, la flessibilità passiva (quando il corpo si trova in una posizione senza che i muscoli siano attivi) è solo un aspetto della mobilità. La mobilità attiva, che si sviluppa attraverso il controllo muscolare e il movimento consapevole, è altrettanto importante. Praticare yoga aiuta a migliorare entrambe le forme di mobilità, aumentando gradualmente la capacità di muoversi liberamente e in sicurezza. In altre parole, non è necessario essere particolarmente flessibili per iniziare a praticare yoga. Con il tempo e la pratica, la mobilità attiva e passiva miglioreranno, permettendo di eseguire le posizioni con maggiore facilità e fluidità.